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Progetto
Ovidio - database
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autore
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Cicerone
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De Natura Deorum III,50
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originale
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[50] Atque in plerisque civitatibus intellegi potest augendae virtutis gratia, quo libentius rei publicae causa periculum adiret optimus quisque, virorum fortium memoriam honore deorum immortalium consecratam. Ob eam enim ipsam causam Erectheus Athenis filiaeque eius in numero deorum sunt, itemque [Leonaticuml est delubrum Athenis, quod Leokorion nominatur. Alabandenses quidem sanctius Alabandum colunt, a quo est urbs illa condita, quam quemquam nobilium deorum; apud quos non inurbane Stratonicus ut multa, cum quidam ei molestus Alabandum deum esse confirmaret, Herculem negaret, 'ergo', inquit, 'mihi Alabandus, tibi Hercules sit iratus'.
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traduzione
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50. E' del resto comprensibile che quasi tutte le citt?, allo scopo di incrementare il valore e di far si che i cittadini
migliori affrontassero con maggior slancio il pericolo per il bene della patria, rendessero alla memoria dei loro eroi lo
stesso culto che si tributa agli d?i immortali. E' per questa medesima ragione che in Atene Eretteo fu annoverato fra gli
d?i assieme alle figlie e, sempre in Atene, v'? il tempio delle figlie di Leonte detto Leocorio. Gli abitanti di Alabanda
venerano Alabando, fondatore della loro citt?, al di sopra di ogni altra autentica divinit?, per quanto elevata possa
essere. Fu li che Stratonico, con la sua consueta arguzia, ad un tale che, in polemica con lui, sosteneva la divinit? di
Alabando e negava quella di Ercole ? E va bene!, disse, con me se la prenda pure Alabando e con te Ercole ?.
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